Il territorio della Valle del Belìce è costituito da suoli di composizione eterogenea che permettono di coltivare la vite a varie altitudini e con diverse esposizioni.
L’area dell’Etna è un luogo incontaminato in cui la fertile terra vulcanica crea le condizioni ideali per la coltivazione di pregiati vigneti.
In un angolo di Sicilia in cui la viticoltura incontra l’arte fino a fondersi con essa, Gibellina, nascono nel 2008 le Tenute Orestiadi. Un viaggio attraverso terroir completamente differenti, con caratteristiche ricche e varie, che raccontano il sole e le dolci brezze siciliane, con un denominatore comune: la capacità di valorizzare i varietali autoctoni.
Nel territorio di Gibellina si possono trovare tre tipologie di terreno: la Terra Rossa, ricca di sabbia e scheletro, ideale per l'allevamento dei varietali a bacca rossa come il Perricone; la Terra Nera sui dolci rilievi dell'entroterra trapanese, resistente alla siccità e ideale per numerose varietà di vite sia a bacca rossa che bianca come il Syrah e il Nero d'Avola; la Terra Bianca presente nelle colline della Valle del Belìce, caratterizzata da un'elevata componente di calcare e gesso e ideale per la coltivazione dei varietali bianchi autoctoni come Grillo, Zibibbo, Inzolia, Catarratto.
Tra i viottoli di Presa, piccola frazione in cui gli abitanti depongono i panni di concittadini e divengono quasi una tribù, nasce La Gelsomina, piccolo gioiello posto sul limitare del torrente Santa Venera, dove Piedimonte Etneo cede il passo alla Contea di Mascali.
Su un suolo lavico ed argilloso, camminando giorno dopo giorno sulla “gghiara”, come la pronunciano gli etnei, si coltivano 15 ettari tra vigneto, uliveto e frutteto, che assumono la forma di un teatro, come a voler invitare chiunque varchi il cancello a godere dell’immenso spettacolo che è la Natura, che quotidianamente si replica e si rinnova.
Il suolo dell’Etna è al contempo lavico ed argilloso, composto dalla “gghiara”, come la pronunciano gli etnei, e dal frutto di numerose eruzioni che si sono succedute nei secoli, lasciando che la polvere si depositasse sui campi e che il magma si cristallizzasse. Ciò lo ha reso un luogo dalle caratteristiche minerali assolutamente uniche, in cui, a 550 mt dal livello del mare, vengono coltivati varietali autoctoni del vulcano, come Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Carricante e Moscato dell’Etna.